Ragioni di un omaggio (1966)

«La Rassegna della letteratura italiana», a. LXX, s. VII, n. 2-3, Firenze, maggio-dicembre 1966, pp. 225-226: numero monografico dedicato a Eugenio Montale, con testi di Walter Binni, Lucio Lugnani, Franco Croce, Riccardo Scrivano, Mauro Manciotti, Umberto Carpi, e bibliografia montaliana (1925-1966) a cura di Rosanna Pettinelli e Amedeo Quondam.

Ragioni di un omaggio

Questo numero della «Rassegna della letteratura italiana» è dedicato ad Eugenio Montale nell’occasione del suo settantesimo compleanno.

Che una rivista specialistica, e non perciò meno intesa ad esercitare una sua vasta funzione culturale, abbia voluto rendere omaggio a Montale con una serie compatta di contributi alla conoscenza storico-critica della sua personalità e della sua opera, è fatto di per sé chiaramente significativo. Significa che per me e per i miei collaboratori, per una rivista fondata su saldi presupposti storicistici e tesa al rilievo e allo studio di ciò che veramente vale e ha significati poetici e storici, Montale è protagonista alto della nostra storia letteraria e civile, è un grande poeta il cui studio fa parte ormai di un doveroso approfondimento della nostra civiltà attuale e di una grande tradizione in cui la poesia è stata energica voce di libertà e di cultura, concreto strumento di rinnovamento profondo e di potente modificazione della nostra stessa storia.

Potrà anche essere aggiunto un particolare argomento affettivo. A parte i miei rapporti di amicizia con Montale (risalgono all’uscita della mia Poetica del decadentismo in cui Montale era indicato come poeta «nuovo» al di là del vero periodo del decadentismo), la «Rassegna» è fortemente legata a Genova dove fu a lungo pubblicata sotto la direzione del Pellizzari e dove essa iniziò la sua nuova vita, sotto la mia direzione, nel 1953: e a Genova è nato e a lungo vissuto Montale, che a quella città e alla Liguria è stretto da noti vincoli profondi.

Ma, ripeto, la ragione essenziale di questo omaggio si ritrova in una dimensione piú generale, concretamente chiarita dal mio discorso d’apertura e da tutti i saggi compresi in questo numero: nei quali circola coerente e profondo il senso della grandezza della poesia di Montale, del suo significato storico, della sua lezione letteraria, morale, civile interamente incisa dalla punta di diamante della vera poesia.

In tutti i saggi domina cosí una valutazione di Montale che implica anche un preciso orientamento nella situazione attuale, una netta presa di posizione di fronte a prospettive eclettiche e confuse, di fronte ai nuovi disimpegni formalistici o ai meno recenti impegni faziosi e schematici.

Che la poesia di Montale, con tutte le sue implicazioni storiche, sia un’opera da studiare e approfondire con un certo metodo e insieme un altissimo punto di riferimento, una base di appoggio non pretestuosa per una posizione di poetica e di critica attiva e decisa entro la situazione letteraria e culturale attuale, mi sembra dunque giustificare pienamente le ragioni di questo numero e il suo carattere ben piú che occasionale anche per quel che riguarda la tradizione e la volontà attuale della stessa nostra rivista.